Cronaca

Arresti Carabinieri Torino, smantellata organizzazione criminale vicina all’ndrangheta

Carabinieri-300x199Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri stanno eseguendo, a Torino, Milano, Genova e Catanzaro, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia del capoluogo piemontese, nei confronti di 20 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti. Contestualmente verrà eseguito un decreto di sequestro preventivo di società e beni, per un valore complessivo di 15 milioni di euro.

 

Al centro delle indagini del ROS, un presunto sodalizio di matrice ‘Ndranghetista, proiezione in Piemonte di una nota cosca crotonese.

 

L’attività investigativa ha documentato le diffuse infiltrazioni della cosca crotonese nel tessuto economico ed imprenditoriale della provincia di Torino, in particolare nel settore degli appalti pubblici.

 

AGGIORNAMENTO del 1 luglio 2014 ore 13,13: Emergono nuovi dettagli sulla serie di arresti effettuata questa mattina. Il  presunto sodalizio mafioso colpito dall’operazione SAN MICHELE dei Carabinieri del ROS era attiva in diversi settori imprenditoriali tra cui la gestione di attività commerciali e della distribuzione alimentare, di lavori pubblici e privati, di gestione di servizi per Amministrazioni Pubbliche e società private, tra i quali lo smaltimento rifiuti, la manutenzione stradale ed altri.

– Tra questi interessi, già nella prima fase dell’indagine, erano emersi quelli facenti capo ad un noto imprenditore catanzarese, già arrestato dal ROS nel marzo 2013 e colpito anche dall’odierno provvedimento cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa, il quale, attraverso le sue società ed avvalendosi della complicità di altri imprenditori del settore, era già riuscito ad ottenere ingenti commesse lavorative, tra cui i lavori in subappalto per la ristrutturazione della galleria A32 Prapontin (tratta Torino – Bardonecchia) e le opere di pulizia e sgombero neve della stessa arteria autostradale e dell’aeroporto torinese di Caselle.

– Dalle attività investigative è emerso come, avvalendosi di una cava con annesso impianto di frantumazione collocata in Val di Susa, il presunto sodalizio ‘ndranghetista avesse manifestato l’interesse ad infiltrarsi nei lavori di realizzazione della TAV, per le ingenti commesse che riteneva di poter ottenere.  I progetti di infiltrazione nell’importante opera infrastrutturale sono stati, tuttavia, disvelati e interrotti dall’attività investigativa, culminata nel primo intervento del marzo 2013 e nell’odierna misura cautelare.

 

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Massimiliano Rambaldi

 

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