CronacaCultura e Società

Elezioni 2013, impatto sociale tra sconcerto e incertezza

Due giorni dopo la proclamazione dei risultati riguardanti la tornata elettorale, l’Italia si trova nell’incertezza sociopolitica. Alla Camera, la coalizione di centrosinistra riesce ad ottenere per pochi voti il premio di maggioranza, mentre al Senato sono solo due i seggi di vantaggio per l’ensemble di centrosinistra, che si trova così in una posizione di evidente difficoltà. In tale, convulsa situazione, emerge il dato riguardante il Movimento 5 Stelle, primo partito italiano a livello nazionale alla Camera e candidato ad essere vero ago della bilancia in Parlamento. Grande sconfitto il Centro, con Monti che riesce a malapena a racimolare il 10% delle preferenze, anche a causa della débâcle degli alleati Fini e Casini.

 

LE PREFERENZE REALI – Non è solo il dato politico a destare preoccupazione, ma soprattutto quello sociale anti-politico, determinato dall’astensionismo e dal “non-voto” di protesta. L’affluenza alle urne è stata del 75,21 percento, un dato in calo rispetto al 2008, quando a votare furono l’80,46 percento degli aventi diritto. A questa tendenza, va aggiunto il dato sulle schede nulle e bianche. In totale, sono ben 1.267.067 (il 3,59% del totale) le schede invalidate per quanto riguarda il Senato, mentre sono 1.131.970 (il 3,56% del totale) per quanto riguarda la Camera. Tale dato riduce ulteriormente la quantità di voti con valore effettivo: in totale, le preferenze valide corrispondono al 72,07% degli aventi diritto, venendo ad integrare una flessione di circa tre punti percentuali sul dato totale.

 

UNO SGUARDO AL NOSTRO ORTICELLO – Per quanto riguarda la provincia di Torino, hanno votato per la Camera il 78.41% degli individui aventi diritto, mentre per il Senato la percentuale si assesta sul 78,27. Nulle o bianche 40.500  schede (2.94% del totale) per la Camera e 36.737 (il 2,84% del totale) per il Senato. Questo riduce la percentuale di voti effettivi a circa il 76%, al di sopra del dato italiano.

 

POLITICAMENTE DIVISI– La società esce quindi divisa. Prendendo a riferimento il dato più oggettivo, vale a dire quello alla Camera, risulta quasi possibile parlare di un’equipartizione del voto. Ci sono infatti i 10 milioni di elettori del centrosinistra guidato da Pierluigi Bersani, i quasi 10 milioni del Centrodestra guidato da Silvio Berlusconi ed i circa 9 milioni del Movimento 5 Stelle di Grillo. Ciononostante, devono essere considerati anche i circa 14 milioni di individui aventi diritto “non-votanti”, guidati dalla sfiducia verso la politica e la delusione per la situazione.

 

SOCIALMENTE UNITI – Mentre tra gli schieramenti si discute sulle possibili alleanze necessarie a garantire la governabilità, l’opinione pubblica sembra più unita che mai nel definire il panorama politico emerso come “uno schifo”. Alcuni cittadini, intervistati a riguardo, hanno espresso parere pressoché unanime, esprimendo tutta la riluttanza possibile a riguardo di questa intricata situazione. Viceversa c’è anche chi, come Fulvio Fiore, ex consigliere comunale socialdemocratico di Giaveno (TO), rincarando la dose dichiara “Molte volte gli italiani si dimostrano degni dei politici che li guidano. Cioè, si dimostrano indegni”.

 

RARE SOLUZIONI – Benché sconcertata dal dato elettorale, l’opinione pubblica cerca di fornire soluzioni “di buon senso” per far fronte alla crisi politica. Roca, donna originaria dell’Est Europa intervistata nelle strade del Torinese, auspica un’alleanza tra Berlusconi e Bersani “necessaria per gestire all’ingovernabilità”.

 

UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE – Tuttavia, la visione propositiva dei cittadini spicca come eccezione nel panorama attualmente creatosi. Improvvisamente, l’Italia politica si trova spaccata in tre parti, vicine, ma troppo diverse tra di loro per garantire una stabilità immediata, ovvero ciò che si aspetta l’Italia sociale. Quest’ultima inoltre possiede anche un’ulteriore divisione, composta dall’astensione e dalla protesta, percentualmente rivelante e sempre più forte con il passare del tempo. Il recente risultato elettorale ha alimentato infatti tale malcontento, ormai diventato palpabile e evidente a tutti.

 

RISOLVERE LA SITUAZIONE AL PIU’ PRESTO – Perciò, le coalizioni devono evitare il sopravvento dell’anti-politica e con essa l’inizio del caos sociale. Le soluzioni sono molteplici e stanno venendo discusse in questi momenti dagli addetti ai lavori. Un’alleanza M5S-PD sembra al momento la più probabile e garantirebbe una maggioranza solida sia alla Camera sia al Senato. Tuttavia, le posizioni differenti dei due schieramenti possono determinare un ostacolo importante al processo di coalizione, vitale per riuscire a governare con efficacia, limitando quanto possibile il malcontento dilagante. Per ora, i primi segnali non inducono all’ottimismo.

 

APPROFONDIMENTO –

– Per l’approfondimento dettagliato sulla tornata elettorale, CLICCA QUI

– Per l’intervista a Giuseppe Lonero di La DestraCLICCA QUI

– Per l’intervista a Tommaso Segre di Fare e Fermare il declinoCLICCA QUI

– Per l’intervista a Luca Carabetta del MoVimento 5 Stelle, CLICCA QUI

– Per l’intervista a Federica Scanderebech di Futuro e Libertà, CLICCA QUI

 

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Matteo Maero

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