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Alla scoperta dei Dionysian, hard rock torinese e tanta passione

Hard rock made in Torino con una band giovane, ma con le idee decisamente chiare: i Dionysian.

Quattro ragazzi che uniscono passione al loro talento e riescono a tirar fuori canzoni che sanno sempre sorprendere.
Li abbiamo incontrati provando a conoscere il loro mondo e la voglia di portar la loro musica in tutto il mondo. Samuele Verona (basso), Alessandro Tafuri (batteria), Raffaella De Luca (voce) e Alex Wilkie (chitarra) si sono così raccontati tra un pizzico di ironia e obiettivi futuri.

Ciao ragazzi, cominciamo dal principio… Come nasce la band e da dove arriva il nome Dionysian?
Ale: Il gruppo nasce nel 2018 verso la fine dell’estate e i membri fondatori siamo io, Samu al basso e Raffa alla voce. Tafu è arrivato un po’ dopo… All’inizio con noi c’era un altro batterista, ma dopo pochi mesi c’è stato questo cambio.
Il nome arriva sostanzialmente dopo una serie di tentativi. Io avevo proposto alcuni nomi, il vecchio batterista altri e Dionysian era un buon compromesso tra le varie idee venute fuori. Ci piaceva come suonava e lo abbiamo scelto.
Tornando al gruppo, nel 2018 abbiamo subito iniziato a fare molti concerti a Torino. Il nostro obiettivo era creare da subito un gruppo hard rock e soprattutto di scrivere pezzi nostri. Non facciamo cover, tranne quei 2/3 pezzi che abbiamo in scaletta per spezzare un attimo. Conta che su 25 inediti abbiamo due cover.
Raffa: In un mese avevamo già due inediti.
Ale: Sì, siamo partiti da subito alla grande e dopo un po’ di strada eccoci qui.

Come funziona il vostro processo creativo? 
Ale: In genere collaboriamo tutti e quattro. Dipende chiaramente dal pezzo e dal periodo… Chiaramente possono esserci momenti più prolifici per uno o per l’altro, ma di solito è uno di noi che arriva con un pezzo però in sala si arrangia tutti insieme. Oppure l’idea nasce da due di noi, ma tutti mettono la loro parte. L’arrangiamento e il lavoro viene fatto da tutti.
Siamo tutti, devo dire, abbastanza diplomatici. Io forse sono quello con più esperienza avendo suonato in più band, molte da schifo tra l’altro. Nonostante la giovane età mia è stato il lavorare con altri che mi ha fatto capire quanto il processo creativo qui fosse diverso rispetto ad altri gruppi. Ognuno di noi poi ha influenze diverse e questo ci arricchisce notevolmente.

Hai introdotto un punto interessante. Raccontate le vostre influenze musicali…
Samu: La musica elettronica mi ha influenzato tantissimo. Se devo scegliere dei nomi ti dico Skrillex, Daft Punk e Kraftwerk. Un giorno in radio ho ascoltato una canzone degli AC/DC e ho avuto un colpo di fulmine. La musica elettronica però rimane il mio primo genere e rimane tra le mie influenze principali.
Tafu: Ho iniziato verso i sei anni a studiare batteria. Sono stato instradato dal mio maestro verso il jazz che mi ha formato notevolmente. Questo mi ha portato ha una ricerca di una sempre maggiore raffinatezza allo strumento.
Oggi tendo ad ascoltare batteristi che hanno una particolare ricerca del suono tipo Jeff Porcaro dei Toto e Simon Phillips. Nel corso delle superiori, con un mio compagno di classe, abbiamo creato un gruppo hard rock e questo mi ha portato ad ascoltare anche generi più “sporchi”. Cerco di mescolare queste due anime e all’interno del gruppo riesco a portare questa ricerca del suono.
Raffa: Il mio approccio con la musica è iniziato con questo gruppo. A differenza di altri non avevo una vera esperienza prima. Solo qualche tentativo da solista. Ritrovarmi in una band è stata una esperienza nuova per me.
Loro erano da subito partiti convinti con il rock e io non ero un ascoltatrice del genere. Arrivo dal pop commerciale e da quando sono entrata nel gruppo è stata una continua scoperta grazie alla band. Ho smesso di ascoltare roba commerciale e mi sono abituata a suoni più pesanti e più melodici. Ho voluto approfondire il mondo del rock anche con un po’ di metal.
Dovessi scegliere delle voci femminili però non ti so dire sinceramente… Non ero, prima dell’entrata nella band, una grande appassionata di musica. Prima ascoltavo la musica che mi arrivava dai social e dal web. Sono diventata un’appassionata quando ho incontrato loro e ho capito che potevo scrivere canzoni io stessa.
Ho trovato un universo molto più vasto da scoprire, poi ho avuto un approccio con la musica nera… Da Nina Simone ad Aretha Franklin. Passare dal pop al blues è stato un vero colpo al cuore. (ride)
Ale: Io ho fatto un percorso simile a Tafu. Da piccolo ho iniziato con la batteria e ho preso lezioni per cinque anni da Alessia Mattalia che una bravissima insegnante di Torino. Però cercavo qualcosa di diverso.
Verso i 12 anni ho abbandonato la batteria e ho iniziato a suonare la chitarra. Un po’ come a Raffa mi si è aperto un mondo da questo “incontro”. A livello di influenze… Beh ovviamente i classici del rock come Jimi Hendrix, Cream, Led Zeppelin, Deep Purple e così via. Non amo molto i Queen e i Pink Floyd.
Crescendo ho iniziato ad assimilare i vari generi assimilando anche Joni Mitchell, Neil Young, Ozzy Osbourne e il metal. Spazio anche a Herbie Hancock, The Who, John Mayer e tanti altri.
Raffa: C’è da dire che quando lui inizia a suonare la chitarra acustica sparisce l’ombra di heavy metal.
Ale: Credo sia un po’ l’identità del nostro gruppo anche questa cosa qui. Non ci siamo mai voluti categorizzare, questo fa si che l’impronta è chiaramente rock, ma è l’insieme di tutti noi a creare qualcosa.
Raffa: Un hard rock molto contaminato.

Proviamo a conoscervi meglio: chi è l’elemento più casinista? Chi è invece quello più tranquillo? Chi invece quello più “perfettino”?
Tafu: Tranquillo e perfettino direi io.
Ale: Anche più pigro direi lui. (ride)
Raffa: Io sono la rompiscatole, nessuno mi può superare. (sorride)
Ale e Samu: Noi siamo quelli casinisti. Facciamo un sacco di scherzi… Ci infiltriamo anche ai matrimoni!

Tornando alla musica: dove i nostri lettori possono venire a sentirvi?
Ale: Allora, le date più grosse sono: il 4 luglio, dove apriremo il concerto di Paul Gilbert al Civico 25 di Caselette. Sempre con Paul saremo a Fermo l’11 di luglio. Dal 10 al 12 agosto saremo al Bamboo Festival Monte Urano e apriremo per Caparezza, Litfiba e Tommy Emmanuel.
Nell’immediato potete venire ad ascoltarci il 10 giugno all’Old Distillery Pub di Aosta e il 25 Giugno all’Associazione Costruttori di Torino in corso Umbria alle ore 19,00. Stiamo facendo anche dei concorsi però non sono live veri e propri.
Tafu: Cosa molto importante è l’album in uscita.

Ottimo, parlatecene…
Ale: Abbiamo iniziato a registrare il nostro album di debutto che si chiama “Vital Vibration” a gennaio alla sala prove Pink Noise qui a Torino. Siamo alle ultime fasi, credo uscirà in tempi relativamente brevi. Vogliamo arrivare prima di agosto con l’album già uscito. Sono otto brani tutti inediti e cantati in inglese, il singolo “Vital Vibration” è già online sulle varie piattaforme.
Nell’album ci sono pezzi storici come “Bleeder” e “Cumberland Hill”. Altri sono pezzi più recenti che rappresentano invece come siamo ora come band. L’avere già un repertorio ricco ci permette di fare scelte più precise anche live e quindi essere più incisivi.

Proviamo a giocare un po’: un artista con cui vi piacerebbe collaborare?
Tafu: I Toto.
Samu: Valentina Nappi.
Raffa: Il mio artista preferito è Axl Rose… Gli bacerei i piedi se fosse quindi e se si potesse collaborare, ben venga!
Ale: A livello di musicista ce ne son tanti. Uno che mi viene in mente è Myles Kennedy, poi una cosa che mi piacerebbe davvero fare è un tour come backing band. A livello di produttori ti direi Rick Beato, Mark Ronson e Joe Bonamassa. Non so quanto ci potrebbe dare Valentina Nappi, però…
Raffa: Avendo citato lui Bonamassa ti aggiungo Beth Hart. Conoscerla sarebbe incredibile.

Ultima domanda: un messaggio per i nostri lettori.
Samu: La nostra musica ha tanto valore e la gente può anche innamorarsi con i nostri pezzi.
Tafu: Dionysian, provare per credere.
Raffa: Aspettiamo il contratto discografico!
Ale: Se siete arrivati qui, grazie. Ci avete dato più attenzione voi che Hell Raton… Purtroppo in Italia c’è un po’ di pregiudizio verso chi fa musica inedita in inglese, finalmente dopo questo periodo così difficile ci sono dei frutti che si iniziano a cogliere. Se un ragazzino alle prime armi dovesse leggere questa intervista gli dico di fare musica perché è la cosa più bella… Fare musica può essere difficile, ma ripaga. Se uno ci mette la testa e l’impegno le cose arrivano.
Ascoltate i nostri brani perché sono meglio delle tribute band!
(Alessandro Gazzera)

 

 

 

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