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Intervista a Cam Cole, il musicista inglese racconta la sua One Man Band

Prosegue il nostro viaggio per scoprire artisti incredibili. Cam Cole, nostro ospite di oggi, è uno straordinario musicista londinese che porta avanti la sua “One Man Band”.
Un progetto rock nato quasi per caso, come lui stesso racconta, ma in cui è venuto fuori tutto il suo incredibile talento. Oggi è proprio Cam a raccontarci la sua musica e i suoi progetti. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Cam, grazie per questa intervista… Comincio chiedendoti come procede questo periodo così strano per il mondo

Ciao amico, no problem! Sono molto felice per questa intervista!
Sto bene, in questo momento sto gironzolando nella campagna inglese con il mio camion, rockeggiando e lavorando sulle melodie per il mio nuovo album. Mi sto godendo il mio equilibrio fatto dall’essere circondato da una fauna selvatica pacifica durante le mia jam session. Questo descrive bene il momento che sto vivendo.
Quando hai capito che avresti fatto della musica il tuo lavoro?
Non sono sicuro che si possa scegliere di diventare musicisti, se tu riesci a passare tempo e a capire gli strumenti allora puoi definirti tale. Ho scelto questa come professione perché niente riesce a darmi uno scopo e ad affascinarmi come quando crei un suono. Non riesco a ricordare quando davvero decisi che questo era qualcosa che volevo fare o diventare, penso fosse a 11 anni che realizzai per la prima volta che mi vedevo nel suonare musica. Ero più piccolo quando ho cominciato ad ascoltare, creare e “sentire” la musica nella mia testa. Non so bene però quando sia ini2ziato.
Perché una “One Man Band”?
La verità è che ho cominciato tante band che poi hanno avuto problemi a “venir fuori” per questioni di varia natura. Quando ho realizzato che potevo davvero creare qualcosa di heavy con una “One Man Band” l’ho fatto. Sono diventato così forse più per caso che per una vera mia visione. Alcuni anni fa stavo lavorando a progetti con una band durante la settimana, mentre da solo facevo il “busking” durante i fine settimana.
Mentre la mia attrezzatura per percussioni continuava a crescere si creava anche uno spettacolo sempre più completo di anno in anno, mi sono reso conto di essermi imbattuto nel potenziale per creare una performance rock come One Man Band. Il timpano del contadino ha davvero aiutato questa idea.
“Live Busking at Camden Town Station” è un album notevole. Come è nata l’idea di registrare quel disco?
Grazie, davvero. Penso che l’idea sia arrivata dal mio pazzesco manager Markus. Ha prodotto e mixato l’album in studio, ma ha sempre creduto che il concerto dal vivo fosse qualcosa da catturare. E ho sentito anche io lo stesso, sono più un musicista da concerto che da studio.
Come crei una canzone? Da dove arriva l’ispirazione?
Possono essere tante cose, a volte hai soltanto una melodia ricorrente in testa. A volte arrivi a un qualche pazzo riff mentre suoni. In realtà non cerco l’ispirazione troppo perché è qualcosa che arriva in maniera estremamente naturale.
Penso che la vita ispiri l’arte, ad esempio, un giorno puoi avere una conversazione con un idiota, e puoi arrivare a casa e scrivere una canzone rock molto dura perché sei caricato da quello che è successo.
C’è così tanto da fare nel mondo di cui scrivere, poi c’è la vita che ti lancia continuamente sfide di cui puoi scrivere e parlare. Tutto questo verrà poi espresso ad altri nelle canzoni.
Nelle tue canzoni si sente la tua passione per la vita. C’è un segreto dietro tutto ciò?
Non ne ho uno, penso solo a vivere da persona sincera perché non vale la pena fingere, nascondersi o vivere sotto il permesso di altri.
Progetti per il futuro?
Devi chiere a Markus, il mio manager, per i piani futuri. So che ci sono idee per qualcosa negli USA, ma non ho ancora date.
Un sogno nel cassetto?
Un sogno nel cassetto? Non ne ho uno… Sognavo di essere una rockstar one man band. Ora sto cercando di trasformarlo in realtà. E certo ho il sogno di acquistare un terreno e vivere lontano dalla società mantenendo l’ecosistema di quel posto. Questo è un altro sogno, ma non è decisamente un segreto.
Noi siamo italiani. Hai qualche ricordo particolare legato al nostro Paese?
Non sono mai stato in Italia, è un posto che vorrei visitare però da sempre. Ho tanti amici italiani e amo la vostra cultura del cibo. Tutti voi, secondo la mia esperienza, sapete cucinare molto bene! Un vero regalo.
Un messaggio per i fans italiani
Beh, prima di tutti grazie per aver ascoltato le mie canzoni. Sono super grato perché vi siete uniti al mio viaggio. Arriveremo anche in Italia e sono davvero contento che mi vediate suonare, ma anche del fatto che io vedrò voi e potremo fare qualcosa di speciale insieme.
Pace e Amore.
Cam (Alessandro Gazzera)
Foto: camcole.com

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