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Intervista a Harvey Dalton Arnold, la leggenda del Southern Rock racconta “Stories to Live Up To”

Harvey Dalton Arnold è, senza alcun dubbio, la leggenda del Southern Rock. L’eterno ragazzo, che a soli 17 anni prese una chitarra e lasciò la sua casa nel North Carolina per seguire il suo sogno musicale, oggi ci presenta l’album “Stories To Live Up To”.
Un disco che si divide tra il rock e il blues, grande amore di Harvey, ma che soprattutto ha un suono potente e deciso.
Ad affiancarlo una serie di musicisti di prim’ordine: Al basso Zev Katz (Paul Simon, James Brown, Carole King, Eric Clapton), alla batteria Charley Drayton (The Rolling Stones, Paul Simon, Neil Young, Miles Davis), al piano Rodhes, Hammond B3 e tastiere Rob Arthur (Jimmy McGriff, Peter Frampton, Joan Osborne) e Zak Alister alla chitarra ritmica.
Ecco cosa ci ha raccontato tra la musica e l’obiettivo di visitare il nostro Paese:
Salve Harvey, benvenuto! Questo periodo ha cambiato drasticamente le nostre abitudini. Come lo hai passato?
Anche se non ci sono stati concerti da marzo, e presumo anche nel prossimo futuro sarà ancora così, ho avuto un’ottima risposta al mio nuovo album con buone vendite e buone recensioni. Praticamente, comunque, passo 2 o 3 ore al giorno nel mio studio in casa a suonare e scrivere.
Il nuovo album “Stories To Live Up To” è veramente interessante. C’è una canzone a cui sei più legato?
Ogni brano è profondamente diverso, ma ho una predilezione particolare per la canzone “The Lone Outlaw” perché è stata ispirata dal mio ex compagno negli Outlaws Hughie Thomasson.
Ascoltando il disco si sente che è un lavoro pazzesco nella sua spontaneità. Cosa ne pensi in merito?
Sono davvero molto orgoglioso di questo progetto. Non solo sono grato per aver avuto la possibilità di registrarlo, ma sono sorpreso di come sia emerso magicamente. Abbiamo composto 9 brani in 3 giorni dal vivo in un piccolo studio a Brooklyn. Penso che questo disco sia stato il più divertente che abbia mai registrato.
Ho davvero adorato la canzone “Catfish Blues”. Come è nata?
I musicisti si erano appena incontrati la mattina in cui abbiamo iniziato a registrare. Catfish Blues è stata la prima canzone che abbiamo suonato. Si è trattato di una sorta di warm-up, conoscendoci e con una melodia blues tradizionale. Si è rivelato essere un groove favoloso e abbiamo capito subito di avere qualcosa di speciale.
Hai avuto grandi musicisti in questo disco. Come ti sei trovato nel lavorare con loro?
Incredibile. Come ho detto, ci siamo incontrati la mattina del nostro primo giorno e abbiamo imparato rapidamente che tutti avevano molto da offrire a livello creativo. Il tutto, quindi, si è rivelato molto spontaneo e non costruito. Fino a dopo non sapevo che avevano suonato con così tanti grandi.
Ci sarà la possibilità di sentire questo album dal vivo?
Voglio davvero suonare queste canzoni per le persone. È difficile non sapere quando e se ciò potrà accadere, ma sono determinato a farlo.
Progetti per il prossimo futuro?
L’album “Outlaw”, uscito prima di quest ultimo, era tutto acustico e questo nuovo invece è tutto elettrico. Non mi dispiacerebbe che il mio prossimo progetto diventi un mix tra i due. Un qualcosa di sempre incline con il mio grande amore: il blues.
C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Ho degli eroi, come Taj Mahal, ma anche nuovi artisti come Chris Stapleton. Sarebbe da brividi lavorare con gente così!
Noi siamo italiani. Hai dei ricordi legati al nostro Paese?
Ho sempre voluto visitare l’Italia, ma non c’è purtroppo ancora stata l’occasione. L’autunno scorso ho suonato al Lucerne Blues Festival in Svizzera e sono venuto sulle Alpi per una piccola vacanza. Sapevo che, dall’altro lato, c’era l’Italia e quanto fossi vicino al vostro buon vino e alla vostra musica.
Ultima domanda: un messaggio per i fans italiani
Sono davvero onorato che la mia musica sia arrivata a voi. So che siete persone piene di passione ed è un mio obiettivo visitare il vostro paese, se mi vorrete. Sono consapevole del momento davvero difficile che avete passato con il Covid. Questo fa capire ancora di più che condividiamo il mondo e vi posso augurare solamente il meglio. (Alessandro Gazzera)

 

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