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Intervista a Marco Minnemann, il geniale batterista presenta Borrego

marco-minnemannGeniale, eclettico o più semplicemente unico. Sono queste le definizioni che spesso si danno di un fenomeno musicale come Marco Minnemann. E, a dirla tutta, sono anche limitative. Nato ad Hannover, ma cittadino del mondo, ha raccontato a Cronacatorino.it il suo ultimo album, ma anche il lavorare con Satriani, Levin e Lifeson. Un bellissimo viaggio con un grande batterista.
Buongiorno Marco, come vanno le cose sul pianeta Minnemann?

Ciao a tutti, beh sul mio pianeta ci sono un sacco di viaggi, musica e divertimento. Il mio nuovo album “Borrego” sta per essere pubblicato, poi ci saranno alcuni show con Joe Satriani, ma ovviamente c’è spazio anche per la mia musica e anche per scrivere e registrare.
Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo album?
Si tratta di un concept album su Anza Borrego che è un deserto di una bellezza incredibile nel sud della California. Il disco parla della bellezza del posto, dei fondatori, delle storie di fantasmi e della storia di chi lì ci vive. Troverete però anche la storia di chi è scampato al deserto davvero per poco.
L’album vuole portarvi in un territorio nuovo e lascia molto all’immaginazione… Tutti noi abbiamo il sogno di scappare via qualche volta… Borrego vuole aiutarvi!
Com’è stato lavorare con Tony Levin, Joe Satriani e Alex Lifeson?
Bellissimo e posso dirvi che sono molto felice ed un privilegiato nell’avere dei musicisti così importanti sul mio album. Tutti loro sono unici e pazzeschi.
Adoro l’essere unici nella musica e quindi la collaborazione è andata benissimo. Ho sempre suonato praticamente tutto io sui miei album ed è stato divertente vedere tutti questi input nuovi alla musica. Loro portavano la loro arte e io dovevo pensare in maniera diversa per ogni traccia
Ho anche collaborato, per una canzone, con Alex… Il pezzo si chiama “On That Note”… L’abbiamo scritta insieme!  Sono davvero grato e onorato di aver lavorato con tutti loro per la riuscita di questo album.
C’è una canzone preferita?
Difficile da dire, ogni canzone ha una sua importanza nella storia. Forse “Thunderstorm”, “On That Note”, “The Healer”, “Sandstorm”, “Gold Digger” e “Lady In White”.
Sarà possibile vederti in tour con questo disco?
Sì! Sarò in tour in India a settembre con un trio… Suoneranno con me due musicisti incredibili: Mohini Day al basso e Rhythm Shaw alla chitarra.
Progetti per il prossimo futuro?
Sarò impegnato con il mio vecchio amico Simon Phillips a registrare musica e il nostro lavoro verrà anche filmato. Poi lavorerò con i membri dei “The Flower Kings” e “Pain of Salvation”. Ah e poi c’è il Tour di cui ti parlavo prima, ma anche continuare a scrivere musica… Quindi… Sempre al lavoro!
C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Ce ne sono molti con cui sarebbe grandioso lavorare. Non puoi mai sapere chi incontrerai e che chimica si può creare. Sai cosa sarebbe divertente? Lavorare con Kraftwerk.
Qual è, secondo te, l’album più bello su cui hai lavorato?
Domanda davvero difficile… Davvero non riesco a risponderti perché ci sono molti album che hanno le loro sfaccettature e i loro stili…
Noi siamo italiani e dunque ti chiedo… Cosa ne pensi del nostro Paese?
Vi amo! Ho tantissimi amici in Italia e mi sono sempre sentito bene ed il benvenuto… Quindi sì, voi siete Rock!
Un messaggio per i nostri lettori
Abbiate passione con qualunque cosa facciate. Credete in voi stessi, siate gentili con le persone. Rispettate i vostri fans e i vostri tifosi e suonate alla grande!
Grazie mille per questa intervista. Mille grazie!
Copertina: Tom Colbie

 

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