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Paul Gilbert presenta il concerto al Civico 25 di Caselette e si racconta a CronacaTorino

paul-gilbert-concerto-civico-25-caselette-cronacatorinoSi avvicina a grandi passi il concerto di Paul Gilbert al Civico 25 di Caselette. La serata, in programma il 4 luglio alle 21:30, vedrà come band di apertura i torinesi Dionysian e promette di essere un super evento musicale. Biglietti in vendita su ciaotickets.com.

A raccontarci un po’ cosa dovremo aspettarci da questa serata torinese è proprio Paul Gilbert che ci porta in un viaggio nel suo mondo musicale tra chitarra, batteria, amore per l’Italia e una inaspettata passione per il trombone. Ecco cosa ci ha raccontato:

Ciao Paul, che cosa devono aspettarsi i fans italiani da questo tuo concerto a Caselette?
I concerti italiani saranno sicuramente un bello spettacolo con una interessante “collezione” di canzoni. Canto, gioco con la mia chitarra e posso fare davvero di tutto!
Potrei fare cover dei Mr. Big, qualcosa dei Racer X, magari canzoni del mio repertorio solista o alcune cose che il pubblico potrebbe non aspettarsi. Mi piace pensare che ci sia un buon bilanciamento tra musica strutturata e improvvisazione per dare diverse sensazioni. Una sorta di contrasto perenne.

Ci racconti le emozioni del tornare sul palco dopo il periodo del lockdown?
Ho fatto alcuni show in Texas e recentemente ho suonato anche in Quebec. É fantastico tornare a suonare dal vivo. Lo show in Canada poi è stato davvero divertente.
Ero in un bellissimo posto con tutti seduti e suonando ho pensato: “Cavoli, non riesco a capire se si divertono”.
Non facevano assolutamente nulla! Poi smetto di suonare e parte questa standing ovation pazzesca. Una sensazione davvero incredibile, mi ha fatto ricordare di essere un musicista! (ride)

Durante lo scorso anno hai pubblicato due bellissimi album. Personalmente adoro la canzone “Werewolves of Portland”… Ci racconti come nasce?
Urca. Avevo due canzoni diverse e, come dicevo in parte anche prima, la musica vive di contrasti. Entrambi i pezzi mi piacevano per tipo un minuto, ma poi non riuscivano a suonare bene.Ho messo insieme il tutto e ha preso una vita propria!
Sono contento di aver avuto quell’idea. A volte devi solamente dormirci su e poi ti svegli alla mattina e dici: “Whoa, le metto insieme e vediamo cosa succede”.
Ho adorato il video che ho fatto con mio figlio in cui abbiamo entrambi le maschere da licantropo e balliamo. Non avevo mai danzato prima, ma ci siamo messi lì e l’abbiamo fatto… Però è stato davvero difficile! Suonare la chitarra e la batteria è già impegnativo e devi avere una buona preparazione atletica, ma per ballare devi essere ancora più preparato. Ero così stanco dopo e con le gambe distrutte, ho davvero tanto rispetto per chi danza.

La tua tecnica con la batteria è migliorata molto in questi anni.
Grazie, non ho suonato la batteria in un certo modo per anni e poi sono entrato in studio e ho registrato. Non era nemmeno il mio strumento, ma quello che c’era lì nella sala di registrazione. Ho detto al tecnico del suono che l’avrei fatto e basta… Se funziona bene e sennò avrei chiamato un batterista.
Il tutto è successo quando il covid è cominciato, tutti eravamo quindi molto attenti a non essere in troppi in studio. Ho suonato ed è andata bene, ma comunque qui in casa ho la mia batteria per continuare a fare pratica.

Pronto per imparare un altro strumento o bastano batteria e chitarra?
Mi è sempre piaciuta l’idea di suonare il trombone, ma non saprei da dove cominciare. Suono la batteria da quando avevo otto anni, non ho l’esperienza che ho con la chitarra, ma comunque ho un po’ di pratica. Il trombone non l’ho mai toccato, ma forse un giorno…

Il prossimo capitolo dopo il tour italiano?
Dopo l’Italia ci sarà un grosso camp chiamato “The Great Guitar Escape”. Ogni volta che lo faccio è qualcosa di pazzesco, quest anno ci saranno chitarristi pazzeschi come Andy Timmons, James Jared Nichols e tanti altri. Sto cominciando anche a pianificare della nuova musica, ma non voglio dirvi troppo perché deve essere una sorpresa. Però, è possibile che a fine anno arrivino due nuovi album.

Tornando alla tua carriera: Mr. Big e Racer X sono due capitoli chiusi o il futuro può riservare qualcosa?
Nel futuro si potrà vedere di tutto, non si sa mai. Ho diversi progetti per il mio materiale solista e mi sto divertendo molto anche a suonare più strumenti.
Mi piace davvero tanto lavorare con altri però, penso alla musica e poi si vedrà cosa arriva sul palco.

C’è un musicista con cui ti piacerebbe collaborare?
Quando penso a qualcosa del genere mi vengono in mente artisti che adoro ascoltare. A volte penso: “Ma loro non hanno bisogno di me!”. (ride)
Adoro Robin Trower, è il mio chitarrista preferito, ma non credo davvero di voler suonare con lui perché voglio stare tra il pubblico ad ascoltarlo.
Collaborare con qualcuno… Sai, spesso penso a batteristi. Ho adorato il batterista che ha collaborato al mio ultimo album: Brian Foxworth di Portland. Quando suonava per il mio disco aveva anche altri lavori. Era talmente esausto che abbiamo dovuto chiamare l’ambulanza per portarlo in ospedale. Una fine assurda e quasi drammatica per quella sessione di lavoro.
Ho dovuto chiamare altri per finire e non sapevo se lui stesse bene in quel momento, ma vorrei davvero che lavorassimo ancora insieme. Abbiamo suonato poco, ma lui è davvero bravo.

Ultima domanda: un messaggio per i tuoi fans italiani
Una delle cose uniche dell’Italia è che attraverso i miei tour posso vedere città che abitualmente, con i grossi tour, non vedi. Normalmente quando ti muovi vedi Milano e forse Roma, ma di solito è tutto lì… Con queste tappe invece ho la possibilità di suonare in piccoli club e nelle piccole città. Posso viaggiare e vedere quello che c’è, si creano bellissimi ricordi per me e anche per mia moglie e mio figlio che vengono con me. Trovo, quindi, sia pazzesco suonare lì e vedere l’Italia potendosela anche godere un po’.
(Alessandro Gazzera)

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