In pochi hanno lasciato un segno nell’automobilismo italiano, e non solo, come Mario Andretti. Lui, leggenda delle corse nato a Montona, in Istria, è uno dei punti di riferimento di molti sportivi italiani e americani, ma anche un uomo impegnato tra la sua tenace passione per le corse e la vita fatta di aziende e vino. Proprio lui ha voluto raccontarci la sua carriera, ma anche il suo futuro.
Buongiorno signor Andretti e grazie per questa intervista. Partiamo dalla nuova avventura targata Andretti in Formula E: cosa ne pensa di questo nuovo tipo di gare?
– Prima di tutto io non ho incarichi nella squadra di mio figlio. Mio figlio Micheal cura tutti gli aspetti di questa esperienza. Lui partecipa al campionato Indy, ai rally americani e alle corse minori, ma ha valutato l’opportunità ed ha cominciato questa sfida.
– A livello personale, la Formula E non mi attrae per niente… E’ un tipo di gara diverso e può essere divertente fino ad un certo punto. La parte interessante per il business è la tecnologia che potrebbe interessare le case automobilistiche per applicazioni future. Io la seguo con una certa curiosità per via di mio figlio e voglio essere sempre informato di quanto accade nel mondo delle corse
Come si svolge la vita di Mario Andretti?
– Oggi i miei impegni sono diversi. Sono fuori dall’abitacolo, ma guido ancora le biposto sullo stile Indy e mi diverto moltissimo sugli ovali e sui tracciati. Riesco ad arrivare anche a 200 miglia orarie proprio sugli ovali.
– Ho altre attività, ho delle aziende…. Una petrolifera in California, una vigna e ho contratti con compagnie estere tipo la Firestone. Ho viaggiato dappertutto quest anno. Sono sempre in giro…. Uno zingaro!
– Ho scelto questo modo di vita e mi tengo sempre al corrente delle gare, Formula 1 e MotoGP in particolare.
Parlando della Formula 1, la Ferrari è alla caccia delle Mercedes, ma sembrano ancora un passo indietro e, parlando da pilota, chi le piace dei piloti di oggi?
– Sebastian è sicuramente il più simpatico. L’ho conosciuto nel Bahrain quando abbiamo festeggiato il 60esimo anniversario della Formula 1. Lui era all’inizio della carriera con la Red Bull e parlando ho scoperto la sua simpatia e quanto fosse un pilota di valore…. Segue la via di Shumacher e anche quando era in Red Bull parlava di voler guidare la Ferrari e qui è arrivato benissimo.
– Lui e la Ferrari ci sono e possono affrontare le Mercedes…. Vedremo… I tedeschi sono molto avanti, ma devono fare i passi giusti, perché la Ferrari è lì.
Parlando della sua esperienza in F1, Qual è stato il momento più bello e quali sono, se ci sono, i rimpianti?
– Rimpianti ci sono, ma guardo sempre ai momenti positivi… Ho vissuto in Italia per i primi 15 anni della mia vita, a 14 ho visto il primo di GP a Monza e il sogno che era iniziato a 11 anni continuava. Quando ho vinto proprio a Monza nel 77 ed il Campionato nel 78 è stato bello, anche se l’incidente di Ronnie Peterson è stato davvero molto triste.
– Sono stato fortunato nel vincere tanto, ma quel momento a Monza, quando vinsi il campionato, è stato il top. Rimpianto è stato non essere impegnato al 100% con la Ferrari, ho vinto la mia prima gara con loro ed ero lì nella mia ultima gara in F1 sostituendo Pironi. Come italiano e pilota ho vinto con Ferrari e Alfa Romeo e son stati momenti di orgoglio, non so se potrei chiedere di più alla mia carriera.
E’ così utopistico pensare ad un altro Andretti in Formula 1? Suo nipote Marco per esempio…
– Mah… Per me sarebbe un vero piacere vederlo in F1. Politicamente lui ha avuto un test ad Jerez con la Honda e per me ha dimostrato di essere un pilota ottimo per quello.
– Non ha, pare, impressionato tutti, ma durante il corso delle prove era allo stesso livello di Barichello e quella era solo la sua prima esperienza. Lui è occupatissimo ora con le Indy… Mi piacerebbe tanto vederlo lì, ma non posso sapere se abbia quel desiderio che avevo io… Vederlo in F1 non è una cosa che dipende da me…
Cosa farà nel prossimo futuro Mario Andretti? Ci ha parlato del suo continuare a correre e delle sue aziende. Ma soprattutto: le manca non guidare quando guarda la Formula 1 o la Indy?
– Mi manca sempre… Mi piacerebbe essere al volante, è un desiderio che non ho mai perso. Con la biposto riesco ad avere un piccolo assaggio, ma non posso lamentarmi perché ho avuto una carriera lunga e fortunata. Son riuscito a rimanere in pista fino a 54 anni.
– Il futuro… Per me è continuare queste attività che mi piacciono, ma voglio tenermi vicino al mondo delle corse e guardare con orgoglio il lavoro dei miei figli e dei miei nipoti. Guardo anche la famiglia di mio fratello Aldo e penso: “Noi Andretti possiamo proprio solo correre”.
Un messaggio ai suoi fans in Italia?
– I tifosi italiani sono i migliori del mondo. Si esprimono in un modo speciale! Ero a Monza prima del Gran Premio e rivedere i tifosi è una cosa che fa tanto piacere. Ho ricordi bellissimi di quando ho corso lì, la gente ti fa sentire quanto vali. E’ bellissimo… Davvero!
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Alessandro Gazzera
Foto: marioandretti.com