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Intervista a Enrico Iviglia, il tenore di Castell’Alfero si racconta tra Opera e televisione

26 Lindoro Italiana in Algeri, Teatro alla ScalaUn geniale ed eclettico artista, questa volta, arriva proprio dal Piemonte. Enrico Iviglia, tenore e uomo dai mille volti, è originario di Castell’Alfero. Dalla provincia di Asti è riuscito in breve tempo ad affascinare tutta Italia con le sue doti di cantante, ma anche con la spontaneità e la simpatia da autentico uomo di spettacolo. A Cronacatorino.it ha raccontato la sua carriera dagli inizi fino al prestigioso ruolo nella Cenerentola di Rossini.
Ciao Enrico, cominciamo dall’inizio… Come nasce la tua passione per la musica?
La passione nasce dal profondo amore per la musica sinfonica e concertistica. Ascoltavo molto le musiche di Bethoven, Vivaldi e del periodo tra il 600 e il 700.
Un’altra spinta la diede la corale della Parrocchia, era calamitante ascoltare queste voci di diversa tonalità che si fondevano in una sola. Da ragazzo cercavo di capire come si riuscisse a generare una cosa così bella.
C’è da dire poi che la mia passione non è un qualcosa di guidato, ma è stata una scoperta grazie ai dischi che avevo in casa. Poi invece è arrivata l’Opera.
Hai parlato dell’Opera, come ti sei avvicinato a lei?
In Conservatorio…. Devi sapere che il corso di studi prevede che ti venga insegnato un indirizzo operistico per la voce… Poi uno sceglie il ramo di canto che preferisce.
L’Opera l’ho conosciuta quindi grazie alla scuola. Ero molto inesperto, ma poi è arrivata la passione.
C’è stato, in epoca scolastica, un particolare punto di riferimento per te? Magari un tenore da cui cercavi di carpire qualche segreto…
Durante il periodo degli studi più o meno… Non era ancora di moda Youtube e per ascoltare musica andavo alla Tesoriera e mettevo su i vinili.
Più tardi, anche con l’avvento di internet, sicuramente ho avuto modo di apprezzare maestri come Flores, Giménez o Siragusa.
Con l’avvento di Internet si può dire che è stata semplificata la condivisione e l’ascolto, ma più in generale permette ai cantanti di ascoltare dei pezzi per cogliere magari il tempo e per capire le difficoltà.
Parliamo proprio della tecnologia. E’ così fondamentale l’ascolto per chi canta? Non si rischia poi di “copiare” le performance in video?
Ascoltare è certamente utile, ma non è qualcosa di fondamentale. A livello personale posso dirti che non ascolto mai più di una o due volte un pezzo che poi devo riprodurre.
Questo perché se uno ascolta troppe volte si ritrova ad acquisire i vizi del cantante e anche gli eventuali errori presenti sulla registrazione.
Diciamo che la comodità di oggi è data dall’avere un supporto che inserisci in studio e che ti permette di sentire subito le note e di vagliare tutte le parti.
Parliamo della TV, ormai sei anche una sorta di artista a 360 gradi…
Amo lo spettacolo e grazie a chi mi rappresenta ho avuto modo di fare queste comparse in televisione. Posso dirti però che non abbandonerò mai l’Opera perché ho comunque notato come il teatro sia una grande scuola quando arrivi in televisione.
Questi sono anche progetti che permettono magari di attirare il pubblico verso la lirica. Lo si fa con la televisione, ma l’ho anche fatto con i ragazzi di Opere in Jeans mischiando la mia voce agli strumenti e a romanze famosissime.
In Finlandia Tarja Turunen, cantante di opera, si è cimentata anche con generi completamente diversi come il Metal. A Enrico Iviglia non piacerebbe creare un album arrivando a toccare generi musicali diversi?
Se arriva la proposta giusta sì…. Però dietro ad un progetto di questo tipo deve esserci anche un certo tipo di struttura, ma comunque la cosa mi piacerebbe molto.
Dove si può ascoltare Enrico Iviglia dal vivo?
Dunque tutte le mie esibizioni le trovate sul sito internet enricoiviglia.it. Voglio segnalare però che canterò a Regensburg la Cenerentola nel ruolo di Don Ramiro. Il prossimo anno saranno i 200 anni dalla composizione di quest’opera di Rossini.
Un saluto ai nostri lettori
Certamente… Spero di ottenere presto un contratto per tornare a esibirmi a Torino… Così potrei permettere ai lettori che leggono queste parole di ascoltarmi al bellissimo Teatro Regio.
Foto: Ufficio Stampa Enrico Iviglia

Si ringraziano Enrico Iviglia e Mauro Caldera per la disponibilità

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