Economia

Conto vincolato: cos’è e quali sono le sue caratteristiche

Un conto vincolato o, più estesamente, conto di deposito vincolato, è un prodotto finanziario pensato per il risparmio e l’investimento. In questo si differenzia da un altro prodotto bancario molto diffuso, il conto corrente, che è invece uno strumento di servizio per la gestione quotidiana del denaro.

Come facilmente si può desumere dalla terminologia, un conto vincolato è uno strumento che si caratterizza per la presenza di un vincolo temporale, più o meno lungo, sulle somme depositate. In sostanza, il denaro depositato non può essere movimentato fino alla scadenza del vincolo stabilita dal contratto.

Altra importante peculiarità di questo prodotto è che il tasso di interesse attivo è più alto di quello offerto da un conto corrente; questo proprio perché il cliente non può movimentare il denaro per alcuni mesi o anni. Questa minore libertà di manovra viene ricompensata con un più alto tasso di interesse. Di norma non sono previste né spese di attivazione né spese di gestione per questo tipo di prodotto.

Come si vincola una determinata cifra di denaro?

Si hanno a disposizione diverse possibilità per vincolare una somma di denaro; una è quella di aprire un conto di deposito vincolato puro, cioè un conto con operatività limitata (solo versamenti e prelievi) appoggiato a un conto corrente.

Una seconda possibilità è quella di vincolare una parte del denaro depositato su un conto corrente; ci troviamo quindi di fronte a un conto di tipo “misto” in cui una parte del denaro è movimentabile, mentre l’altra è soggetta a vincolo. Su quest’ultima viene corrisposto un tasso di interesse più alto.

Il tasso di interesse di un conto vincolato è fisso; ciò significa che per tutta la durata del vincolo non subirà variazioni, a prescindere dalle oscillazioni in alto e in basso del costo del denaro sul mercato.

Arrivati alla scadenza del vincolo, il cliente ha la facoltà di movimentare il denaro ormai svincolato oppure optare per un nuovo vincolo; il rinnovo automatico del vincolo non è previsto.

Per quanto tempo le somme rimangono vincolate?

Un cliente ha la possibilità di scegliere tra diverse durate di vincolo; nella maggior parte dei casi si va dai 3 ai 36 mesi, con durate intermedie di 6, 12, 18 e 24 mesi, ma non c’è una regola fissa: ogni banca infatti ha le sue specifiche proposte.

Il tasso di interesse tende a innalzarsi con l’aumentare della durata del vincolo, ma anche in questo caso non c’è una regola standard, è infatti possibile che la banca proponga un unico tasso a prescindere dal periodo di vincolo.

La scelta della durata è strettamente personale e il cliente può decidere fra le varie proposte previste in base alle sue specifiche esigenze.

Quale somma è possibile vincolare? E quando vengono liquidati gli interessi?

La maggior parte delle proposte di conto vincolato prevedono un limite minimo e un limite massimo di deposito, ma per quanto riguarda la somma vincolabile non esiste uno standard valido per tutte le banche. Come per la durata, anche l’ammontare della somma da versare è strettamente personale.

Relativamente alla liquidazione degli interessi, essa può essere periodica (per esempio trimestrale) oppure in un’unica soluzione alla scadenza del vincolo. Tutte le informazioni al riguardo sono reperibili sul contratto che dovrà essere accuratamente visionato.

Si deve ricordare che la legislazione attuale prevede sugli interessi attivi maturati sui conti bancari una ritenuta fiscale del 26%. Non è il cliente che però deve versare direttamente la somma dovuta, ma è la banca che agisce come sostituto d’imposta trattenendo quanto dovuto e versandolo al fisco.

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