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J & J, una storia d’amore in eterna prova

“C’è qualcosa di sadico in due persone che continuano a vedersi, sapendo che i loro bisogni non si incontreranno mai”. È un eterno girotondo, una giostra dalla quale è impossibile scendere, la storia di Jack and Jill. Una giostra tra l’infantile e il pericoloso.Sono sottoposti ad un costante momento di prova. Si mettono alla prova, ci provano e riprovano e si interrogano su che cosa provino davvero.
Così la regista Ludovica Aprile descrive lo spettacolo “J & J” tratto da “Jack and Jill” di Jane Martin, messo in scena dalla compagnia “Pappagalli in trappola” nata nel 2021 dal desiderio comune di quattro amici diplomati alla Scuola di Teatro Sergio Tofano.
Sabato 13 aprile alle 20,45 a Sala Scicluna (in via Martorelli 78) in scena Elisa Gandolfi, Paolo Malgioglio e Francesco Sabatino. Ingresso soltanto su prenotazione al numero 334 976 6985.

È una storia che non inizia, non finisce e non si sa quante volte sia già stata vissuta. Non esiste una casa per loro, ogni luogo è a scadenza e le loro valigie sono il segno della precarietà di una vita senza sosta, di un rincorrersi per trovare il tempo per sistemarsi. Aggiustare le cose.
Una ricerca di un tempo che non aspetta e che li chiude in un loop di eterno ritardo. Intenti a cercare l’acqua in cima ad una collina.
C’è una realtà con la quale fare i conti, come un occhio che ti spia dalla serratura di una porta chiusa, che ti guarda da lontano e ti costringe ad estrarti dal tuo flusso. Ti apre gli occhi e ti lascia parlare. Tutto ciò è attorno e davanti a Jack and Jill.
Sono due fogli bianchi, specchio e contrario, portano il seme e le spoglie dell’amore. L’amore ha uno spazio? Esiste un tempo e un luogo quando ci amiamo?

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