Scienza e Tecnologia

Quanti multidimensionali per l’Internet del futuro

L’Internet quantistico è una prospettiva rivoluzionaria nell’ambito delle telecomunicazioni:  sfruttando la leggi della meccanica quantistica, garantisce la totale sicurezza ed efficienza nello  scambio di informazioni. Tuttavia, le sfide tecniche e di scalabilità rendono l’implementazione su  larga scala ancora un obiettivo da raggiungere.

Grazie al protocollo di Quantum Key Distribution (QKD), l´Internet quantistico garantisce la totale  sicurezza nella trasmissione di dati, ed è visto con estremo interesse da un numero sempre maggiore  di aziende. Per potersi affermare, però, deve migliorare la velocità di generazione delle chiavi  crittografiche, attualmente inferiore rispetto a quella offerta dai sistemi di telecomunicazione  tradizionali, soprattutto in fibra ottica.

In questo quadro si colloca la scoperta di un team composto da studiosi dell’Università di Firenze,  dell’Università dell’Aquila, dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche  (Cnr-Ino), dell’Università tecnica della Danimarca (DTU) e dell’azienda italiana QTI – Quantum  Telecommunications Italy, oggetto di una pubblicazione sulla rivista Nature Communications, dal  titolo “Practical high-dimensional quantum key distribution protocol over deployed multicore fiber”.

Il team, operante nel laboratorio di ottica e fotonica INCIPICT presso l’Università dell’Aquila, ha  messo a punto un metodo di comunicazione quantistica in grado di raddoppiare la velocità di  generazione di chiavi crittografiche. La dimostrazione è stata resa possibile da stati multidimensionali  presenti su speciali fibre ottiche di ultima generazione, note come fibre multi-core, installate  all’Aquila.

“Attualmente – spiega Davide Bacco, docente di Fisica della materia dell’Università di Firenze – i  sistemi commerciali di QKD hanno una velocità di generazione di chiavi dell’ordine di poche migliaia  di bit al secondo. Questo limita non solo l’utilizzo da parte degli utenti, ma anche la nascita di nuove  possibili applicazioni legate a questa tecnologia. Potremmo paragonarli ai vecchi modem 56k, dove  la navigazione internet era lenta e a volte snervante”.

“Le attuali implementazioni della QKD, sia in ambito di ricerca che industriale, utilizzano come  mezzo di informazione i qubit, il corrispettivo quantistico dei bit classici, che nonostante le proprietà  quantistiche possono essere mappati solo in due valori: il bit 0 o il bit 1. Al contrario – prosegue  Bacco – gli stati quantistici multidimensionali possono assumere valori in un intervallo molto più  ampio, così da poter aumentare l’efficienza di creazione delle chiavi”.

“E’ come passare da una visualizzazione in bianco e nero ad una a colori”, afferma Alessandro Zavatta, primo ricercatore del Cnr-Ino. “La generazione, trasmissione e misura di questi stati multidimensionali non è ancora del tutto definita e presenta ancora delle sfide tecnologiche da  risolvere”.

L’esperimento è stato realizzato grazie alla speciale infrastruttura realizzata a L’Aquila nell’ambito  del progetto INCIPICT durante i lavori di ricostruzione successivi al terremoto del 2009. La  ricostruzione ha trasformato la città in una piattaforma aperta alla sperimentazione di nuove  tecnologie, ed in questo contesto è stato possibile istallare per la prima volta al mondo speciali fibre  ottiche di ultima generazione, note come fibre multi-core, realizzando una infrastruttura unica nel suo  genere.

“Una fibra ottica multi-core può ospitare più nuclei ottici con caratteristiche estremamente simili  all’interno dello stesso mantello, il che riduce l’effetto delle perturbazioni esterne rispetto al caso in  cui si utilizzino altrettante fibre ottiche tradizionali. Questo la rende il candidato ideale per la  trasmissione di stati quantistici multidimensionali” dichiara Cristian Antonelli, docente di Campi  elettromagnetici dell’Università dell´Aquila.

La ricerca mostra come questo nuovo metodo di generazione delle chiavi basato su stati quantistici  multidimensionali – combinato ad una infrastruttura unica al mondo come quella aquilana – abbia  consentito di migliorare la velocità di generazione di chiavi. Il tasso finale di trasmissione di chiave  sicura è di 51.5 kbps su un canale di 52 km di lunghezza; un valore due volte maggiore rispetto a  quello che si può ottenere nella stessa infrastruttura con un sistema tradizionale basato su qubit.

“La possibilità di incrementare il tasso di generazione di chiavi crittografiche ci permetterà di  allargare la platea di utenti commerciali in grado di fruire di questa tecnologia” illustra Tommaso  Occhipinti, CEO di QTI, la prima azienda italiana di Quantum Key Distribution e partecipata da Telsy  S.p.A, centro di competenza per la crittografia e la cybersicurezza del Gruppo TIM.

Ufficio Stampa CNR

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